La settimana che va dal 6 al 14 settembre 2020
dà l’inizio all’anno pastorale col S. Crocifisso.
L’anno che stiamo vivendo in modo così particolare, in una situazione drammatica e incerta, è l’anno che vede la ricorrenza per la celebrazione del Santo Crocifisso.
Questa ricorrenza non può non tener conto della situazione in cui ci troviamo, dei lutti che hanno colpito le nostre comunità (anche per le persone che frequentavano ed erano molto legati al santuario che ospita il crocifisso), delle incertezze per il futuro che potrebbe riservarci ancora nuovi lutti, della precarietà del lavoro e la possibile povertà che la situazione economica potrebbe riservarci, delle preoccupazioni anche per la crescita serena dei nostri bambini e ragazzi e quindi dalla serenità delle famiglie messa a dura prova dalle nuove modalità di convivenza imposte dalle restrizioni per combattere la pandemia.
La storia della devozione al Crocifisso più volte ha visto celebrazioni straordinarie motivate dagli avvenimenti riguardanti la vita della Chiesa (giubilei), della nazione (situazione di guerra) la comunità locale (consacrazione della chiesa, giubilei sacerdotali).
Importanti anche le celebrazioni legate all’evoluzione sociale come una settimana dalle donne (d’altra parte dentro il santuario ci sono segni che fanno pensare come la sua costruzione è legata alla grande trasformazione economica di quegli anni che vede fra l’altro le migrazioni dei minatori della nostra Valle verso l’Australia).
Così, per essere fedeli alla storia di devozione al S. Crocifisso (che peraltro riguarda l’evento centrale della nostra fede) dobbiamo pensare non solo in termini di una ricorrenza, ma fare in modo che l’evento della Redenzione operata dal Signore nella sua Passione (ciò che è detto nel Crocifisso) sia messo al centro della nostra vita cristiana di comunità e personale.
Per questo la ricorrenza del Santissimo Crocifisso deve diventare il grande aiuto per riprendere in modo rinnovato la vita delle nostre comunità, per anche chiedere al Signore di aiutare le nostre comunità a rivitalizzare la fede cercando di comprendere i “segni dei tempi” (anche per affrontare la situazione di secolarizzazione che vede i ragazzi giovani e magari anche le famiglie lontane dalla pratica di fede).
Per questo pensiamo che il Santo Crocifisso deve accompagnarci in modo speciale durante tutto l’anno pastorale prevedendo quindi una conclusione solenne l’anno prossimo quando – speriamo – potremmo riaccompagnarlo anche fisicamente con le processioni ancora al centro della comunità gornese nella chiesa parrocchiale, che sarà la casa anche di tutta l’unità pastorale.
Durante la settimana che inizierà questo anno col Crocifisso potremmo già invocare in modo particolare l’aiuto di Dio nel Signore per questa situazione di incertezza meditando la passione del Signore, il suo amore sulla croce, per ravvivare davvero la nostra fede metterla dentro nell’intimo dei nostri cuori e trasformarci in modo da potere aderire proprio alla volontà del Signore al progetto che Signore ha per noi per la nostra comunità proprio in questi tempi.
Corrisponderemo così anche all’invito che costantemente Papa Francesco ci rivolge quello di ritornare all’essenzialità di annunciare il kerygma che è proprio la Croce – passione, morte e risurrezione del Signore – e che è il centro della nostra fede.