SETTIMANA EUCARISTICA
4 – 11 giugno 2023
Il Papa S. Paolo VI nel 1965 diceva:
“Durante il giorno i fedeli non omettano di fare la visita al santissimo sacramento … perché la visita è prova di gratitudine, segno d’amore e debito di riconoscenza a cristo signore là presente”
(Mysterium fidei).
Il Papa S. Giovanni Paolo II nell’esortare la chiesa a riprendere il largo, la invitava a ripartire dalla contemplazione del volto di cristo, anzi raccomandava:
“…Non è forse un « segno dei tempi » che si registri oggi, nel mondo, nonostante gli ampi processi di secolarizzazione, una diffusa esigenza di spiritualità, che in gran parte si esprime proprio in un rinnovato bisogno di preghiera?…
…le nostre comunità cristiane devono diventare autentiche «scuole» di preghiera, dove l’incontro con Cristo non si esprima soltanto in implorazione di aiuto, ma anche in rendimento di grazie, lode, adorazione, contemplazione, ascolto, ardore di affetti, fino ad un vero «invaghimento» del cuore. Una preghiera intensa, dunque, che tuttavia non distoglie dall’impegno nella storia: aprendo il cuore all’amore di Dio, lo apre anche all’amore dei fratelli, e rende capaci di costruire la storia secondo il disegno di Dio”.
(Novo Millennio Ineunte 33)
E richiamava inoltre i fedeli all’autenticità dell’impegno cristiano:
“se il cristianesimo deve distinguersi, nel nostro tempo, soprattutto per l’arte della preghiera… come non sentire un rinnovato bisogno di trattenersi a lungo in spirituale conversazione, in adorazione silenziosa, in atteggiamento di amore, davanti a Cristo presente nel santissimo sacramento”.
(Ecclesia de Eucaristia 25).
…Occorre, in particolare, coltivare, sia nella celebrazione della messa che nel culto eucaristico fuori della messa, la viva consapevolezza della presenza reale di cristo, avendo cura di testimoniarla con il tono della voce, con i gesti, con i movimenti, con tutto l’insieme del comportamento. A questo proposito, le norme ricordano — e io stesso ho avuto modo recentemente di ribadirlo — il rilievo che deve essere dato ai momenti di silenzio sia nella celebrazione che nell’adorazione eucaristica. È necessario, in una parola, che tutto il modo di trattare l’eucaristia da parte dei ministri e dei fedeli sia improntato a un estremo rispetto. La presenza di gesù nel tabernacolo deve costituire come un polo di attrazione per un numero sempre più grande di anime innamorate di lui, capaci di stare a lungo ad ascoltarne la voce e quasi a sentirne i palpiti del cuore.
«Gustate e vedete quanto è buono il Signore!»