11 giugno 2023
Lettera pastorale 2023-2024
+ Vescovo Francesco
Nei giorni scorsi il nostro Vescovo, Francesco Beschi, ha pubblicato la lettera pastorale per il cammino diocesano 2023-2024
Ne riportiamo la pagina introduttiva.
In questi anni, gran parte del mio tempo è occupato dalla visita pastorale in forma di pellegrinaggio: ad oggi, sono a metà del percorso, che si concluderà nel 2026.
La figura del pellegrinaggio e quella del vescovo pellegrino, rappresentano un proposito ed uno stile: riconoscere il Signore presente nelle comunità parrocchiali e restituire questo riconoscimento, alimentando la fede in Lui e la gioia del suo Vangelo.
Cresce la constatazione che l’aspetto più apprezzato e più generativo, è quello della “vicinanza”: la vicinanza del vescovo alle parrocchie e ai presbiteri e insieme quella dei parrocchiani, dei presbiteri e della comunità nei confronti di tutti coloro vivono quella porzione di territorio che intitoliamo “parrocchia”.
Si tratta di sperimentare e rinnovare la consapevolezza di una fraternità ospitale e prossima, accogliente e premurosa, che avvertiamo particolarmente necessaria in tempi di solitudini crescenti e di abbandoni sempre in agguato.
Le piccole parrocchie, rappresentano spesso l’unica esperienza comunitaria aperta a tutti e quelle più grandi assumono il valore di “segno” in una società predisposta all’indifferenza e al ripiegamento egoista.
La caratteristica emergente di queste comunità è l’apertura a tutti, che impegna in maniera non semplice all’accoglienza di tutti.
Se questa apertura universale espone a molti fraintendimenti e fatiche, l’esercizio dell’accoglienza si rivela tanto impegnativo, quanto significativo: l’accoglienza universale è un valore evangelico che spesso esige una testimonianza eroica.
Non meno presente è la cura premurosa verso i deboli: in modo particolare anziani e malati, ma anche vecchi e nuovi poveri.
E’ una premura testimoniata da presbiteri e persone generose, alle quali, a volte, viene delegata, pur sostenendola con mezzi e beni, offerti con abbondanza.
L’aspetto che merita maggiore attenzione è quello della testimonianza fraterna delle persone che vivono la comunità, soprattutto di coloro che si prodigano a sostegno delle numerose attività parrocchiali.
Il funzionamento delle strutture e dell’organizzazione parrocchiale, rischia, a volte, di prevalere sulla qualità delle relazioni di coloro che lo garantiscono, con il pericolo di perderne il senso.
Un pericolo che trova riscontro in una distanza crescente tra la vita della parrocchia e quella dei parrocchiani, che alimenta un senso di frustrazione, non colmato dalla buona riuscita di una proposta o di un evento parrocchiale.
Il criterio, che non vuol essere slogan, di “servire la vita dove la vita accade”, rappresenta la necessità di tessere il rapporto tra fede e vita, vangelo ed esistenza, comunità cristiana e mondi vitali.
La parrocchia ha ancora risorse per lavorare a questa tessitura, ma non può farlo ripetendo modelli che la rappresentavano in condizioni profondamente diverse.
La scelta preferenziale delle “terre esistenziali” non può essere attribuita soltanto ad alcuni organismi della comunità cristiana, ma deve ispirare le scelte e le iniziative pastorali che quotidianamente contrassegnano la vita parrocchiale.
La verifica che siamo chiamati a compiere è provocata da alcune domande: quanto cresciamo in fraternità in ciascuna delle attività parrocchiali?
Adottiamo questo criterio come misura della loro sensatezza?
L’accoglienza che offriamo è la rappresentazione di un valore evangelico o semplicemente la passiva e a volte subita risposta a bisogni di varia natura?
La premura per i più deboli è semplicemente assistenziale o li riconosce come significativa presenza evangelica che dà forma alla comunità?
La proposta della Parola di Dio, la celebrazione dei sacramenti e, particolarmente dell’eucaristia domenicale, le opere, le attività e gli eventi sostenuti e promossi dalla parrocchia si intrecciano con la vita delle persone e le raggiungono nel profondo?
Siamo capaci di esercitare il criterio del “riconoscimento” della presenza e dell’azione del Signore e del suo Spirito e di restituirlo con narrazioni nutrite dalla speranza che ne scaturisce?
Quali tentativi, quali scelte possono corrispondere a questi interrogativi e con quali modalità possiamo individuarle e attuarle?
E’ proprio nel contesto di questo orizzonte che si colloca la revisione delle Comunità Ecclesiali Territoriali, a partire dal settembre dell’anno pastorale 2023 – 2024.
Approfondimenti:
https://diocesibg.it/servire-la-vita-servirla-insieme-online-la-lettera-pastorale-2023-2024/