Racconto della storia di Mikolaj Gacek

Storie di vita dei nostri seminaristi /3
Racconto della storia di Mikolaj Gacek

 

Mi chiamo Mikolaj (Nicola per chi l’ha incontrato al CRE 2024), vengo da una grande città in Polonia e oggi sono seminarista dai Missionari Monfortani a Roma.

Vorrei condividere la mia testimonianza.

Provengo da una famiglia credente, che però all’inizio non era molto devota, ma questo è cambiato, principalmente grazie a un pellegrinaggio a Kibeho (luogo delle apparizioni della Madonna in Africa) e alla recita quotidiana dell’intero rosario da parte dei miei genitori. Io, invece, durante l’adolescenza ho attraversato il tipico periodo di ribellione, il desiderio di “libertà”. Mi allontanavo dalla famiglia per passare del tempo con gli amici, tra divertimenti e alcol. Non mi interessava molto la vita morale, se non quel tanto che bastava per stare bene. Ero sempre alla ricerca di piaceri, anche se non riuscivo mai a sentirmi pienamente soddisfatto e desideravo qualcosa di più rispetto alla vita ordinaria. Per quanto riguarda la fede, ero praticamente un pagano: andavo in chiesa solo per compiacere i miei genitori, mentre nella mia vita quotidiana avevo le mie dipendenze. Il catalogo dei miei peccati e delle mie sciocchezze in quel periodo è piuttosto ampio… In pratica stavo distruggendo la mia vita e cadevo sempre più in una profonda tristezza.

All’inizio del 2019, sono stato colpito dalla morte di uno dei miei vicini, un caro amico. Non era credente e conduceva una vita “leggera”. A un certo punto si ammalò gravemente di cancro. In quel periodo, i miei genitori e mio fratello, che allora aveva solo 9 anni, pregavano ogni giorno San Giuseppe per la conversione e una buona morte del nostro amico. Mi ha stupito la loro fede sincera e semplice. Dopo il Natale, i nostri parroci solitamente visitano le case della parrocchia per benedire le famiglie. Quella sera un sacerdote è venuto nel nostro palazzo e, dopo aver visitato la nostra casa, è andato dal nostro vicino. Era già nella fase terminale della malattia e, vedendo il sacerdote, disse che lo aspettava da tanto tempo. Quella sera si è confessato (credo dopo decenni senza confessione) e ha ricevuto il Santissimo Sacramento. Quella stessa notte è tornato al Padre. Il suo funerale mi ha commosso profondamente e ho cominciato a riflettere sulla vita e sulla morte, e sul significato della mia esistenza. Intanto i miei genitori pregavano anche per me…

In occasione del Triduo Pasquale, ho desiderato di tornare a una coscienza retta e anch’io mi sono confessato dopo molti anni di confessioni indegne, durante le quali nascondevo i miei peccati al confessore e a Dio. La celebrazione del Venerdì Santo e l’ascolto della Passione di Gesù in chiesa mi hanno toccato nel profondo, come se fossi stato presente sul Golgota. Così è iniziato il mio cammino di conversione. Pensavo all’inizio di poter mantenere la purezza del cuore da solo, ma non ci riuscivo e ricadevo nei peccati mortali.

Un giorno, andando in macchina, mia madre mi ha fatto ascoltare una testimonianza sullo scapolare della Madonna del Monte Carmelo. Ho sentito la promessa che chi lo indossa fedelmente non subirà il fuoco dell’inferno e che la Madonna stessa aiuterà ad uscire dal purgatorio. Era come un messaggio dal cielo per me. Da quel momento, con difficoltà ma con decisione, ho deciso di confessarmi nuovamente e sono andato dai frati Carmelitani per chiedere di ricevere lo scapolare. Sebbene non conoscessi molto bene Maria, ho deciso di seguirla e chiederle insistentemente aiuto nella lotta contro il peccato. Da quel giorno non sono ricaduto più nelle dipendenze che non riuscivo a superare e che mi stavano distruggendo la vita.

È cominciato un nuovo capitolo nella mia vita. Ho finito il liceo e dovevo scegliere quale strada intraprendere. L’esperienza della fede era per me molto forte. Sono andato a piedi con degli amici al Santuario della Madonna di Częstochowa; ho avuto la gioia di pellegrinare anche a Medjugorje, dove si è sviluppata la mia devozione verso la Madonna. Crescevo attraverso nuove esperienze, ma avevo ancora difficoltà a scegliere la direzione della mia vita, e cambiavo le università… Per un anno non sono riuscito a trovare il mio posto, perché era cambiato anche il mio sistema di valori. Il mondo per me aveva cambiato colore. Nel cuore avevo un profondo desiderio di seguire Gesù, di sacrificare la mia vita per un ideale, e non riuscivo ad adattarmi all’ambiente universitario e ai suoi divertimenti. Volevo che anche altri conoscessero l’Amore di Dio e trovassero la vera gioia nella conversione, piuttosto che nelle falsità che a volte propone il diavolo.

Con l’aiuto di Maria, dei sacerdoti e dei religiosi, e con il sostegno della mia famiglia, sono riuscito a trovare il mio posto nel mondo. Decisi di diventare un religioso, un missionario, un sacerdote. Questa è la strada che ho scelto. E non me ne pento. Quello che cercavo nell’oscurità e palpeggiando come un cieco, l’ho finalmente trovato. Una gioia che non è solo superficiale, ma che riempie il cuore, dà forza nelle difficoltà e dona senso alla vita. Ho trovato il Signore Gesù, attraverso Maria, Sua madre.

La scelta della vocazione, invece, è stata una conseguenza del mio ritorno a Dio. Non vorrei che qualcuno pensasse che la conversione significhi entrare in convento. A me è capitato di trovare la mia vocazione qui, ma non sarebbe successo se non fossi tornato alla Chiesa. Trovando Dio, ho trovato me stesso.

Gloria a Gesù in Maria!
Gloria a Maria in Gesù!
Gloria a Dio solo!