Nelle settimane scorse ho celebrato, a Clusone, con le Figlie della Sapinza, gli anniversari di Professione religiosa di alcune suore.
Tra di esse vi era Suor Severina di san Luigi, che ricordava i 70 anni di vita consacrata.
Infatti è nata a Gorno quasi 90 anni fa.
A Gorno ha vissuto i primi anni della sua vita con il nome di Caterina Quistini.
E’ l’ultima rimasta di 10 figli.
Ho avuto modo, così, di ritrovare una suora della nostra vallata.
Essa fa parte di quelle suore che, numerose, hanno indossato l’abito delle Figlie della Sapienza.
Suor Severina ha lasciato un segno profondo nella mia vita di missionario monfortano.
Come me, la gran parte dei confratelli della mia generazione, l’ha incontrata negli anni della formazione al sacerdozio.
Il nome Severina non rende giustizia a una suora dagli occhi e dall’espressione sempre serena e sorridente.
Sembra incutere timore per poi sciogliersi nel sorriso dei piccoli e dei semplici.
Negli anni precedenti alla mia ordinazione sacerdotale l’ho trovata a Roma dove nel suo regno, la lavanderia, si prendeva cura di noi giovani studenti.
In quegli anni ho potuto cogliere la sua profonda spiritualità legata a san Luigi di Montforte alla Beata Maria Luisa di Gesù.
Aveva, inoltre, una particolare devozione a S.Teresa di Gesù Bambino.
Noi giovani studenti di teologia ci prendevamo gioco di lei.
Tra le altre cose teneva una statua di s. Teresa di Gesù Bambino nel suo luogo di lavoro; noi giocavamo a nascondergliela o portargliela via.
Immancabilmente ne nasceva un invito a imitare la santa nel suo vivere umile e nascosto e nel suo amore alle missioni.
Se devo tracciare in poche parole la vita di Suor Severina, la posso riassumere in due atteggiamenti: la vita nascosta di s.Teresina e il Rosario.
Lascio alle sue parole il racconto della sua vocazione e della sua vita.
“La vocazione è l’espressione della volontà del Signore, del suo piano divino su ogni anima.
Ogni vocazione ha una storia sua propria, soprattutto la vocazione alla vita sacerdotale o religiosa.
E’ una particolare chiamata d’amore che io pure ho sentito in fondo al mio cuore.
Come sono arrivata a scoprirla?
Ecco la mia piccola storia.
Dalla scuola materna alla quinta elementare ho frequentato dalle Figlie della Sapienza a Gorno, mio paese natale.
Già allora mi aveva colpito il comportamento esemplare e cordiale delle mie insegnanti e forse anche il loro abito grigio e bianco.
All’età di 12 anni sono rimasta orfana di mamma.
La mamma aveva 47 anni e la famiglia numerosa: 10 figli.
Fui ospite allora per 4 anni delle Figlie della Carità di Genova.
Le suore mi insegnavano a ricamare, a fare piccoli lavori casalinghi, a pregare.
Feci ritorno in famiglia a 16 anni, età in cui si incomincia a pensare all’avvenire: che cosa farò della mia vita?
Cominciai allora a riflettere, a pregare, ad offrire piccoli sacrifici per ottenere dal Signore la luce necessaria per la mia scelta.
Avevo una zia suora, Figlia della Sapienza, a Genova, infermiera nell’ospedale Galliera.
Un giorno, durante una visita, le confidai il mio segreto: volevo farmi suora.
Mi sembrava che il Signore mi chiamasse, ma non ero sicura.
Ella capì il mio stato d’animo e mi affidò alla direzione spirituale del p.Giusti, monfortano.
Il padre mi seguì per qualche tempo e poi mi consigliò di andare a Sanremo come aspirante delle Figlie della Sapienza.
Lì, a poco a poco, capii meglio la mia scelta.
Il Signore aveva messo sulla mia via questi due incontri: la zia suora e il padre monfortano, per farmi arrivare a Lui.
Ho scelto infatti le Figlie della Sapienza.
Era questa la volontà di Dio, il suo piano d’amore su di me: me lo aveva presentato fin da bambina, a mia insaputa, poi, con tanto amore, me lo ha fatto conoscere e a l9 anni, con il consenso di mio padre, dei miei cari e del mio direttore spirituale, ho lasciato il mondo e sono entrata in Convento a Bergamo il 15 luglio 1943.
Dopo un periodo di formazione più intensa alla vita religiosa ho fatto i voti nel 1946.
Sciegliendo i voti di Povertà, Castità e Obbedienza sono finalmente diventata Figlia della Sapienza.
Il mio cuore ha esultato e continua a esultare di gioia!
San Luigi Maria di Monfort e la Beata Maria Luisa di Gesù sono i miei Fondatori
Il loro spirito vive in me ed anima la mia vita.
Con loro e grazie a loro la Madonna è il mio tutto con Gesù.
A Lei ogni giorno offro il mio cuore, il mio lavoro, il mio apostolato.
Offro tutta me stessa!
E lei, tutta mi dona a Gesù.
Ora, dopo 70 anni di vita consacrata, sono felice e ringrazio il Signore che mi ha scelta e i miei cari familiari che mi hanno aiutato a seguire la mia via.
Le difficoltà non sono mancate, come non mancano in nessuna scelta di vita; le ho superate grazie all’aiuto del Signore e della Madonna.
Sono sempre riconoscente al Signore perchè non ha guardato ai mie limiti ed è sempre stato generoso con me.
Io voglio continuare ad essere generosa con Lui, a dire sempre “Sì, eccomi!”, ad ogni sua richiesta e pregare perché altre giovani siano pronte a rispondere con generosità alla sua chiamata.”
padre Angelo Apis
missionario monfortano